Un ballerino mondiale

07.11.2015 11:22

 

DA UNA SCUOLA DI BALLO DI UN PICCOLO PAESINO DELLA BASILICATA FINO AI PIU' IMPORTANTI TEATRI EUROPEI


Oggi Vox Populi ha intervistato un giovane grassanese che si trova a Belgrado e che ha tante cose da raccontarci. Tra i mille impegni, allenamenti, prove e lezioni siamo riusciti a strappare una piccola intervista a Nicola Bianco, 23 anni professione Ballerino.

Nicola, per gli amici Nico, rompiamo il ghiaccio con una delle più classiche delle domande: Quando hai iniziato a danzare, e soprattutto perchè?

Il mio primo incontro con la danza classica è avvenuto all'età di quattro anni, quando mia madre mi propose di andare a provare presso l'associazione genitori di Grassano, A.G.e, una bellissima realtà associativa del piccolo comune della collina materana. Dall'età di quattro anni e da quella prima volta non ho mai smesso di ballare, anche perchè è una cosa che mi rende felice. Diciamo che è stato amore a prima vista. La domanda che mi vorrai fare sicuramente è: “eri l'unico maschio?”

Devo ricordarti che hai iniziato anche tu a ballare con me, caro Michele, (riferito a me) ma dopo un po' hai abbandonato, perchè attratto da altri sport. Bene, il mio rapporto con la danza non si è mai interrotto, anche praticando altri sport come l'hockey su pista e il calcetto, la sera dopo gli allenamenti o il pomeriggio presto, trovavo sempre qualche ritaglio di tempo per allenarmi e provare balletti e coreografie.

Sacrifici, sacrifici e tanti sacrifici. Tu sei uno di quelli che ne ha fatti tanti per arrivare dove sei ora e hai realizzato uno dei sogni che avevi nel cassetto. Quando ti sei accorto di essere sulla strada giusta e non hai mollato?

Esatto, di sacrifici ne ho fatti tanti e continuo a farne perchè stare lontani da casa, come molti di voi possono ben capire, non è facile. Dopo esser nato, artisticamente parlando, nella piccola scuola di ballo a Grassano, ho seguito il mio primo e vero maestro in giro tra la Basilicata e la Puglia, ballando tra Matera, Altamura e Gravina e allenandomi quasi tutti i giorni. È per questo motivo che devo ringraziare Tany Viti, che mi ha insegnato tutto e inserito in questo modo fantastico che è la danza classica. Queste esperienze mi hanno permesso di conoscere tantissima gente. Il salto di qualità è arrivato quando ho vinto una borsa di studio per una scuola di ballo in Canada, e successivamente in America. In quel momento ho realmente capito che forse il mio sogno si stava realizzando, diventare un ballerino professionista. L'America è stata un'esperienza fantastica, ho conosciuto un nuovo mondo, imparato tante cose nuove e soprattutto migliorato la mia conoscenza in materia. Devo ringraziare un altro maestro, Giuseppe Canale ma prima ancora un ringraziamento alla “Vancliffen art foundation” e “Miss Amelia wanderling” per la mia formazione che mi ha dato la possibilità di andare a studiare in America e Canada.

Dopo tanti sacrifici, duri allenamenti, sei arrivato dove sei ora. Oggi vivi a Belgrado e grazie ai social e ai nuovi mezzi di comunicazione ti vediamo sempre in giro per i teatri europei. Raccontaci come vivi, come trascorri le tue giornate ma soprattutto se ti piace.

Attualmente vivo e lavoro a Belgrado, in una compagnia di ballo presso il teatro Nazionale. Le giornate sono intense, ci alleniamo sempre, lezioni la mattina e il pomeriggio e proviamo le numerose coreografie per gli spettacoli. Qui non sono l'unico italiano e non sono neanche l' unico ragazzo. Certo l'Italia è sempre l'Italia, a partire dal clima fino ad arrivare a tutte le piccole cose a cui noi italiani siamo abituati, come la buona cucina ad esempio. In Italia cerco di tornare quando posso ma il mio lavoro non è soggetto a feste come Natale e Capodanno perchè capite benissimo che quelli sono periodi in cui ci sono tanti spettacoli.

Sei lontano dall'Italia, lontano dai tuo amici e dalla tua famiglia. Ora scendiamo un po' nel dettaglio, con un po' di discorsi tra vecchi amici: Cosa ti manca di più dall'Italia? Ci metti prima la mamma o la cucina? Ma soprattutto come sono le tue colleghe?

(Alla domanda un timido sorriso via Skype durante l'intervista)

Per arrivare a poter lavorare ci sono voluti tantissimi sacrifici, uno tra i tanti, oltre al duro lavoro, è stato quello di stare lontano dalla mia famiglia, che mi ha sempre supportato in questo grande sogno. Tra la mamma e la cucina quello che mi manca di più è naturalmente la mamma, anche perchè in cucina me la cavo abbastanza bene e le mie colleghe apprezzano molto le cene che preparo. Scherzi a parte, la mamma è una di quelle persone di cui sento particolarmente la mancanza, anche perchè lei è stata sempre la prima ad incoraggiarmi e a supportarmi. Alla domanda: chi è il mio idolo, ti rispondo lei, perchè è la persona che, tra mille sacrifici, mi ha cresciuto e mi ha reso la persona che sono adesso (e non venite a dirmi che gli italiani sono tutti mammoni, tu ne sei l'esempio).Con la tua domanda ben rigirata ti rispondo che ci sono solo colleghe niente “amiche” o fidanzate, almeno per il momento, solo lavoro.

Da buon lucano all'estero, sogni di ritornare un giorno in Italia e di creare qualcosa di solido e di grande nel tuo paese e nella tua Regione o pensi di non tornare più perchè è inutile?

Sicuramente, spero di ritornare in Italia e creare qualcosa di solido per il mio paese, una scuola di ballo o non so, anche altro. Per adesso sto bene qui, sto facendo tante esperienze, conoscendo gente di ogni nazionalità. Nella compagnia dove lavoro proveniamo da ogni parte del mondo e il confronto con tante culture diverse e realtà differenti è qualcosa di emozionante perchè oltre a raccontarci le nostre storie, ci scambiamo anche i trucchi del mestiere.

Tranquillo, ci stiamo avvicinando alla fine. Di posti ne hai girati tantissimi, parlaci di una città che ti ha colpito particolarmente e di un momento speciale che non ti dimenticherai mai.

È vero, questo lavoro mi permette di vedere tantissime città, soprattutto capitali europee che sono nella loro particolarità tutte a loro modo molto belle. Ogni volta che inizia uno spettacolo e sono sul palco a danzare l'emozione è sempre bellissima, soprattutto ora che la platea è numerosissima. Il momento più bello ed emozionante che porterò sempre con me è il primo spettacolo da ballerino professionista, quando si è alzato il sipario, in quel momento mi sono sentito veramente felice, avevo il cuore che mi batteva forte e una voglia matta di ballare.

Siamo alla fine, abbiamo fatto anche notte inoltrata ed è arrivato il momento di concludere questa chiacchierata. Oltre a ringraziarti volevamo chiederti che cosa vorresti portare in Italia e in Basilicata e soprattutto un consiglio per tutti i ragazzi che hanno un sogno nel cassetto.

In Italia non voglio portare nulla perchè è bella già di suo e all'estero molti ci invidiano il patrimonio culturale che abbiamo e spetta a noi valorizzarlo. Lo stesso discorso lo possiamo fare con la Basilicata, una terra bellissima che ha bisogno di essere valorizzata, ma con la cultura! 

Oltre a ringraziarti e salutare tutti i ragazzi di Vox Populi e i grassanesi tutti, vorrei rivolgermi a tutti i sognatori: 

"se avete un sogno fate di tutto per raggiungerlo, se non ci riuscirete pazienza ma almeno ci avrete provato".


                                                                                                                                 Michele Incampo