Eri bella e importante ora sei sporca e pericolante
Che fine farà questa struttura?
"Non ci possiamo riconoscere in un Paese dove la sicurezza è affidata a politicizzanti che fanno gli sceriffi, gli immigrati sono trattati da criminali, non si investe nella scuola nell'università e nella ricerca, si invita a superare la crisi prendendola con allegria"
La bellezza del suono della campanella alle otto del mattino, il vigile che regola il traffico e la faccia dei bambini assonati e tristi che si preparano ad affrontare una dura e insopportabile giornata tra i banchi di scuola. Questa era l'atmosfera che popolava il quartiere della Scuola media di Grassano qualche anno fa. Oggi, invece, stesso orario, stesse strade, stesso paese ma niente più ragazzi. Quella grande struttura, il ” fiore all'occhiello” della nostra comunità è stata chiusa, abbandonata e dimenticata da tutti. Una ferita “aperta” e ancora dolorante che non può essere dimenticata o sottovalutata. Stiamo parlando di una struttura ricca di laboratori di disegno, informatica, scienze, poi la palestra, la biblioteca, aula magna; insomma una vera miniera d'oro dove tutti noi abbiamo trascorso tre anni della nostra esperienza scolastica tra gioie, pianti, sorrisi e l'affetto degli insegnanti e dei collaboratori. Ripercorrendo tutta la vicenda e analizzando svariate fonti sono emerse molte informazioni a riguardo. Alla fine degli anni ’50 fu costruita la scuola di avviamento per i figli dei braccianti ed agricoltori che coincide con il plesso più alto dell’attuale edificio. Con la riforma scolastica fu istituita la scuola media di Grassano che fu successivamente intitolata ad A. Ilvento. La palestra e la torre di collegamento con i due plessi furono realizzati successivamente. A seguito del terremoto del 1980 la struttura fu oggetto d’intervento di adeguamento antisismico con un progetto redatto dall’ing. Bolettieri e realizzato da ditte locali. Negli anni ’90 la struttura fu oggetto di un intervento di adeguamento funzionale (impianti elettrici, idrici, termici) curato dall’ing. Antonio Linsalata che ammontava a circa due miliardi di lire e realizzato sempre da imprese locali. Ultimamente l’Amministrazione Magnante, dopo aver commissionato ad un gruppo di tecnici un sondaggio sulle fondazioni della struttura, decretò l’immediata chiusura della stessa perché non rispondente ai criteri antisismici previsti dalla legislazione vigente. Ora, tralasciando tutti i dettagli tecnici che riguardano l'inagibilità, poniamoci qualche domanda...
Che fine deve fare la struttura? sarà abbattuta, ristrutturata, sarà destinata a plesso scolastico o no! La cosa più urgente e necessaria da fare è quella di recuperare il materiale esistente ( libri,pc) ma soprattutto aprire un dibattito pubblico sulla destinazione dello stesso e il nodo da sciogliere è il seguente: reperire i relativi finanziamenti o commissionare un nuovo studio sulla reale staticità perché se questi criteri sono validi per questo edificio, tutto il patrimonio edilizio della comunità grassanese è insicuro.
Sarebbe utile investire l’Università degli Studi della Basilicata sul caso, ma è indispensabile chiedere ai grassanesi cosa ne pensano.
Michele Incampo
“È perché la moderna istruzione è così poco ispirata da una grande speranza che così raramente ottiene grandi risultati. Il desiderio di perseverare il passato piuttosto che la speranza di creare il futuro domina le menti di color che controllano l'insegnamento dei giovani”
(Bertras Russell)