Giù la birra, sù la biro
Giù la birra, sù la biro
Ormai ci siamo: con la festa dell’Immacolata, il clima Natalizio è entrato prepotentemente nelle nostre vite.
Non parlo (solo) del termometro che gradualmente ci spinge a tirare fuori dai vecchi armadi guanti e sciarpe, parlo anche dell’aria che si respira: la gente è meno affannata perché sa che a breve arriverà quel momento in cui finalmente il focolare di casa resterà acceso per molto tempo per tenere vicine le famiglie che finalmente si riuniscono.
Molti di noi hanno parenti e amici che studiano, lavorano o in generale vivono fuori e non vedono l’ora di potersi ricongiungere a loro per stare insieme.
Dal punto di vista di un ragazzo, adolescente o maturo che sia, il periodo delle feste è un periodo molto positivo perché il Paese torna a ripopolarsi, gli eventi si susseguono e ogni occasione è buona per stare fuori ancora un po’ con gli amici, anche se la notte è fonda e l’alba è alle porte.
La giornata “tipo” del grassanese il giorno di Natale sarà suddivisa in:
-
Passeggiata mattutina in Meridionale con obbligo di aperitivo in qualunque bar del paese;
-
Pranzo con la famiglia a Grassano (o nei dintorni per chi ha parenti fuori) che si protrarrà fino a tardo pomeriggio;
-
Tombolata in famiglia;
-
Digestivo per smaltire il pranzo (preferibilmente, un Lucano);
-
Uscita serale in Meridionale (anch’essa molto lunga e accompagnata da buoni drink nei locali notturni del paese).
Da quanto elencato, si evince l’importanza che nel nostro paese rivestono i locali pubblici adibiti all’uso e al consumo di drink (alcolici e non).
Nella vita del “grassanese medio” il bar riveste un ruolo di quasi primaria importanza: è il luogo in cui è più facile incontrare i propri amici e conoscenti e diventa la scusa più banale per trascorrere del tempo libero.
Soventi sono i caffè dopo pranzo tra amici e le birrette post cena alla sera. In tutto questo c’è un intero pomeriggio in cui i nostri ragazzi trascorrono ancora molto tempo nei bar: tra i loro hobby il fantacalcio, la “menata” di birra, la partita a scala quaranta e la più classica “chiacchiera da bar”.
Nel nostro paese sono diversi i gestori di locali di questo senso: non solo i bar infatti offrono i servizi tipici di questo lavoro. Anche i gestori di locali affini, nella prassi, offrono servizi analoghi a quelli da bar (i ristoranti, i pub e i circoli privati, ad esempio) con il risultato di incrementare l’offerta dello stesso servizio, suddiviso per un numero costante di abitanti.
Il risultato di tutto questo è un servizio pressoché standardizzato: avete mai notato che i nostri locali offrono quasi tutti le stesse bevande e le stesse tipologie di cibo? Una Peroni, a Grassano, la puoi bere nel 90% dei locali che offrono il servizio di ristorazione.
Anche locali che erano nati con l’obiettivo di offrire un servizio alternativo, col tempo, si sono adeguati ad offrire ciò che veniva già offerto da chi presidiava il mercato in precedenza.
Così facendo, il consumatore non ha scelta e finisce per frequentare (in media) gli stessi posti, variandoli di volta in volta e prendendo il caffè una volta lì e un’altra volta qui.
Ciò che manca davvero, nel nostro paese, è la possibilità di scegliere, di usare la testa: sembra che dobbiamo per forza fare quello che fanno tutti gli altri.
Avete mai pensato che nel nostro paese (ad esclusione di un esercizio credo, che però non fa’ questo come attività principale del suo business) non c’è neanche una libreria?
Se si escludono i testi scolastici venduti dalle cartolibrerie, a Grassano è assente il commercio della “cultura”.
Sarebbe bello vedere i giovani grassanesi seduti e riuniti in un locale a bere una tazza di caldo thè (in inverno) o a godersi un fresco gelato (d’estate) mentre sfogliano le pagine di Ammaniti, Fante o Baudelaire.. Su Facebook impazza la gara alla condivisione delle citazioni di Bukowski, ma mi chiedo: le persone che lo citano, hanno mai sfogliato un suo libro? Ne hanno, soprattutto, mai avuto la possibilità?
Per migliorare il nostro paese, dovremmo anche migliorare la nostra cultura.
La mia non vuole essere una provocazione, ma un’intuizione che il comune o le associazioni culturali di Grassano possano cogliere e fare propria.
Ragazzi credo che non sarebbe male aprire una libreria a Grassano che possa dare la possibilità non solo di comprare, ma anche semplicemente consultare i libri.. Una via di mezzo tra una libreria, una biblioteca, una caffetteria.. Insomma, una sorta di Internet-Point in cui poter accedere alla cultura. Una sorta di mediateca in cui volendo poter inserire anche dei computer o delle stazioni gioco per Fifa, Pes o altro.
Un modo per diversificare anche le giornate dei giovani, che potrebbero così scoprire un nuovo hobby che potrebbe portarli alla coltivazione di nuove attività: dalla cultura nasce la musica, la poesia, la pittura e la scultura.. Tutte attività in cui i “grandi di Grassano” hanno saputo farci (dal maestro Artese al poeta Donnola, per citarne alcuni) e che ora sarebbe bene che venissero coltivate anche dai “piccoli di Grassano”, ovvero le nuove generazioni.
Chiaramente tutto questo non c’entra con Vox Populi e non può essere da noi realizzato, era solo una riflessione che volevo condividere con voi e con chi magari ha intenzione di lanciarsi in una nuova attività a Grassano: da parte nostra, ci sarebbe tutta l’apertura possibile ad accompagnare eventuali interessati nel cammino di questo progetto.
Giancarlo Bronzino
Per ogni libreria che nasce
qualche neurone si sveglia;
qualche portafoglio si svuota;
qualche studente si interroga;
qualche professore sorride;
qualche intellettuale si atteggia;
qualche curioso si attarda;
qualche indeciso trova un regalo;
qualche disoccupato trova lavoro;
qualche albero muore;
qualche bambino scopre un posto nuovo;
qualche donna si commuove;
qualche uomo si innamora;
qualche cinico si emoziona;
qualche idealista si compiace;
qualche stupido rimane indifferente.
( Giuseppe Cicchetti )