Il racconto di una giornata americana dal sapore tutto lucano

08.12.2015 08:48

                             PAESE CHE VAI, GRASSANESE CHE INCONTRI

 

Dev'esserci stato un momento in cui l'anima dei lucani si è frantumata e sparsa in mille pezzi, come gocce di mercurio  che rotolano sul pavimento quando per errore ti capita di rompere un termometro. Dev'essere per effetto di un trauma primordiale mai completamente analizzato che gli abitanti di Basilicata in generale, e di Grassano in particolare, si possano rintracciare dove meno te lo aspetti, a volte con una facilità spiazzante, tranne che nei luoghi che sarebbero deputati ad accoglierli (la Basilicata, per l'appunto). Capita così che dopo tanto agognare riesci a organizzare il viaggio che programmi da una vita, cinque giorni a New York in periodo natalizio, infilandoci nel mezzo anche il tuo compleanno (che  per accidente cade nello stesso periodo), e ti ritrovi con naturalezza disarmante a fotografare un presepe ambientato a Matera sulla navata destra della Cattedrale di San Patrizio. Capita che tra una foto all'albero di Natale del Rockfeller Center e un giro di shopping tra i negozi di Fifth Avenue ti ritrovi a scambiare commenti in dialetto grassanese con il Maestro Artese, Gaudì di Lucania che nell'arte del presepe ha sublimato qualità artistiche e rappresentazione sacra della sua terra. Succede che mentre il Cardinale Dolan stringe mani e regala sorrisi (deve coltivare un culto invidiabile del suo ego, questo cardinale, che all'ingresso della cattedrale ha piazzato suoi ritratti in cornice, come i Presidenti della Repubblica negli uffici del catasto italiani) tu ti entusiasmi per i racconti di Mario da San Mauro Forte, lucano emigrato a Long Island nel 1968, di professione installatore di ascensori, che ti invita a provare gli elevator del Rockfeller Center ("quelli, dieci anni fa, li ho montati io con le mie mani"). La storia ti appassiona a tal punto che ti offri di scattare foto al presepe con il cellulare del magnifico Mario, che a causa della folla non riesce a inquadrare l'opera. E in quel momento ti accorgi, osservando le facce, gli accenti, i comportamenti della gente che ti circonda, che di newyorkesi in giro se ne vedono pochini, loro la Basilicata impareranno ad apprezzarla nei prossimi giorni, ma di lucani ad assistere all'inaugurazione del presepe ce ne saranno almeno una trentina, tra assessori, cameramen, troupe televisive e amici non meglio identificati. Miracoli della promozione turistica. Tu che di turismo conosci al massimo il sito di Booking su cui hai prenotato la vacanza preferisci concentrarti sulla signora Marilena, autentica mattatrice della serata, grassanese partita da Venezia e giunta a New York facendo sponda su Amsterdam, che si è data appuntamento nell'aeroporto di Schipol con una nipote che vive a Rotterdam dopo un'esperienza di lavoro a Singapore. Ti rendi conto che l'anima dei grassanesi è sparsa in ogni dove, e pazienza se ogni volta che la cerchi a Grassano fai molta fatica a trovarla. Puoi fare affidamento sul fatto che in ogni luogo in cui vorrai cercarlo, perfino nei meno sospettabili, c'è un pezzo di Grassano pronto a sbucare fuori all'improvviso. Che comparirà quando meno te lo aspetti, in forme che non avevi preventivato, e che sarà capace di farti sentire meno solo. Perchè da qualche parte, c'è da starne certi, c'è un termometro rotto che ha sparso in giro per il mondo le sue gocce di mercurio.


                                                                                                                                          Nicola Bronzino