Le dune nel Deserto

14.12.2013 14:49

                             Un'irrefrenabile passione,  ma a che prezzo...

 

Bastano due parole per descrivere la classica pista di atletica leggera: piatta e omologata. Quando ci si allena in pista è impossibile sentir dire "Fai attenzione alla salita"... oppure no? Perchè qui, al campo sportivo di Grassano, questa frase risuona continuamente.

"Non inciampare nei buchi" o ancora "Mantieni il passo quando arrivi sulla sabbia" sono le indicazioni che ti vengono puntualmente fornite prima di cominciare a correre, da quell'allenatore che crede di potersi fidare sia delle tue capacità che della tua pazienza… Così , alla fine di un allenamento estenuante, quando ti tocca concludere in bellezza con un rapido giro di pista, ti ritrovi a fare i conti con l'acido lattico, i polmoni in fiamme, la vista annebbiata e... le dune del deserto. Gli ultimi 100 metri in curva, quelli decisivi, in cui esibire l'eleganza di una falcata possibilmente ampia diventano insuperabili, un continuo saltellare per evitare i solchi con l'avampiede che scivola sulla sabbia.

Non stai correndo i 400 metri piani, ma stai correndo il rischio di farti male sul serio e perdere in un attimo tutto quello che hai conquistato in anni di sacrificio, anni in cui per te conciliare scuola e sport non è stato proprio un gioco da ragazzi. Se poi tra quei solchi trovi anche un pezzo di quello che una volta veniva chiamato ostacolo cominci davvero ad andare su di giri. A quel punto diventa legittimo chiedersi "Perché lo faccio? Cosa ci guadagno a rimanere qui?"

Le condizioni della pista impediscono di ricevere un'eccezionale preparazione atletica; distruggere anche le ultime risorse rimaste è davvero troppo. Quando realizzi che tutto ciò che ti resta delle "attrezzature sportive" necessarie si polverizza sotto al tuo naso e tenti invano di proteggerlo, allora inizi ad accettare la sconfitta. E questo è esattamente ciò che uno sportivo non dovrebbe mai fare: sei finita solo quando smetti di provarci.

La ragazzina che correva sorridente sognando una lunga carriera sta lentamente abbandonando il palcoscenico, ma di certo non ha intenzione di appendere le scarpette al chiodo a soli 14 anni. Non è facile dimenticare il cuore che batte all'impazzata, le mille voci che riempiono la testa e le gambe che tremano prima di una gara e dopo tutto non si può pretendere molto da un Comune così piccolo come il nostro, che come qualsiasi altro, il più delle volte, associa il concetto dello sport alla parola "calcio". Guardiamo la cosa dal lato positivo, abbiamo due strutture in una sola: una pista di atletica da una parte e il classico percorso di corsa campestre dall'altra.

 

  Ivana Calabrese

                                                "Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze.

                                                   Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni. "   ( Jesse Owens)