Il concittadino de Blasio a Grassano: luci e ombre di una giornata da ricordare
"We'll carry Grassano in our hearts,wherever we go and whatever we do" (B. De Blasio)
(Dovunque noi andremo e qualsiasi cosa noi faremo in futuro, porteremo sempre Grassano nel nostro cuore)
("Io me ne frego del cordone di sicurezza e ballo con la moglie di Bill! Queste cose voi non ce le avete a NUOVA YORK!" L'entusiasmo in una foto! trallallero trallallà!
Passato il momento di gloria da palcoscenico e spentisi ormai i riflettori puntati da giorni, Grassano ritorna alla sua quotidianità. La visita di De Blasio ha certamente dato visibilità al nostro piccolo comune lucano, che probabilmente non aveva mai avuto tanto spazio come questa volta su testate giornalistiche nazionali e internazionali. La piccola Gerusalemme ombelico del mondo per qualche giorno, a detta di molti blog e giornali. New York-Grassano come un viaggio di ritorno verso casa, a ritroso verso le proprie origini, alla scoperta della propria storia e di antiche tradizioni capaci di far sentire il sindaco De Blasio “finalmente a casa!” – è così che ha esordito davanti ad un bagno di folla. Benvenuto, ringraziamenti, strette di mano, attese troppo lunghe sotto il sole cocente prima e sotto un temporale estivo poi, piccoli momenti d’emozione nel rievocare il ricordo di Anna Briganti, nonna di De Blasio, nonché “una forte donna grassanese” –come l’ha definita egli stesso- il tutto ha reso certamente memorabile quella giornata, almeno fino al momento in cui il primo cittadino newyorkese non si è ritrovato sulla scalinata della casa di sua nonna, inconsapevole del fatto che ad attenderlo ci sarebbe stato un portone chiuso. Proprio così. A De Blasio e la sua famiglia non è stata concessa l’opportunità di rivivere quelle mura domestiche, le stesse che un tempo abitava sua nonna. Il fatto ha destato inevitabilmente scalpore, soprattutto perché il tutto è stato percepito come un atto di mancata accoglienza e scortesia nei confronti del nostro cittadino onorario, nota stonata se si considera che l’ospitalità è la caratteristica del grassanese DOC. Gli astanti giustificavano l’accaduto dicendo che in seguito alla ristrutturazione, la casa attuale era ormai diversa da quella della nonna. Resta il fatto che tanti indici sono stati puntati contro quella porta chiusa, che ha dato adito a svariate polemiche, alle volte infondate. Chissà se, come è successo a Bernalda per Francis Ford Coppola, che ha trasformato in un hotel la sua vecchia casa, anche il sindaco di New York dopo aver visto la sua dimora di famiglia, non l'avrebbe acquistata per realizzare qualcosa di produttivo per il nostro paese.
Si è sentito inoltre il rammarico da parte della famiglia che circa trent'anni fa ha ospitato Bill e sua madre e a cui non è stata data l'opportunità di stringere la mano o ricordare insieme il primo momento in cui lo stesso aveva visitato il nostro paese quando era ancora un ragazzo e non era conosciuto dai più. L'unico contatto si è avuto a mezzo di spinte e urla, dietro una transenna, come dei quindicenni ad un concerto di una rock star.
L’immancabile buffet di prodotti locali, tra cui la parmigiana di melanzane, tanto amata da Bill, ha contribuito a concludere l’evento nel migliore dei modi. Salito a bordo della sua auto blindata, Bill ha lasciato Grassano alla sua vita di sempre, dove il pettegolezzo hollywoodiano ha cominciato a farla da padrone, già prima dell’arrivo di De Blasio. Il primo tasto dolente è stato senza ombra di dubbio l’intrattenimento nell’attesa che l’ospite d’onore arrivasse. Migliaia di persone sono state abbandonate al caldo e al chiacchiericcio, facendo passare su schermi in diretta MONDIALE l’immagine di un palco muto e immobile, che a nostro modesto parere sarebbe potuto essere stato animato da artisti locali, musicisti, poeti. Sarebbe stato un angolo d’arte, un piccolo momento per esportare in diretta TV i talenti delle nostre terre, che restano inevitabilmente e perennemente in un cono d’ombra. La questione all’ordine del giorno è stato il rifacimento della facciata comunale e l’asfalto di piazza A. Ilvento. Raffiche di commenti e post dal linguaggio spesso poco ortodosso, hanno invaso i social network, sostenendo che in realtà Bill avrebbe dovuto vedere la Grassano di tutti i giorni, quella sporca, dissestata e non asfaltata e tirata a lucido. Sfortunatamente però molti hanno dato inizio al pettegolezzo senza essersi affatto informati, atteggiamento che è nell’indole delle malelingue. Infatti il progetto definitivo degli interventi di rifacimento compreso la tinteggiatura delle facciate della Casa Comunale è stato approvato con la Delibera n.89 in data 14-11-2012, quando il nostro concittadino De Blasio non era ancora neanche candidato alle elezioni comunali di New York. Paradossale? Smontare un intero pettegolezzo con un minimo d’informazione, eppure sulla facciata dell’impalcatura antistante il Comune c’era un cartello a portata di tutti che esplicitava tutto ciò. Peccato che prima di giudicare quasi nessuno si sia fermato a leggere. Il fatto che l’avvio dei lavori abbia coinciso con l’arrivo di De Blasio è stato un puro caso, dovuto alle lungaggini burocratiche che hanno rallentato il tutto. Tant’è vero che se l’unico scopo fosse stato quello di tirare a lucido e agghindare l’Edificio Comunale per la venuta di De Blasio, i lavori si sarebbero dovuti interrompere l’indomani dopo il suo arrivo. “Stranamente” però i lavori proseguono. Chissà che gli appaltatori dell’impresa non avessero una sfera di cristallo! Altra questione: l’asfalto di Piazza A. Ilvento, finanziato dalla Regione, che per l’evento ha stanziato 35.000 euro circa che dovrebbero entrare nelle casse comunali verso Ottobre. Anche a questo provvedimento hanno fatto seguito una serie di critiche, anche questa volta espresse in un linguaggio colorito e poco urbano, ma soprattutto inopportune, che hanno offeso l’ente Regione Basilicata nella persona del Presidente Marcello Pittella. La nota triste sta nel fatto che il dissenso non è dovuto al provvedimento preso, quanto all’appartenenza partitica dello stesso, dato che dovrebbe essere sorvolato in casi in cui la priorità dovrebbe essere il bene del comune. In questa circostanza non ci si sarebbe dovuti interessare della provenienza del denaro, piuttosto del fatto che fosse stato stanziato e che avrebbe portato certamente molteplici vantaggi al nostro stesso comune. Eppure spesso si vuole far prevalere la propria opinione personale sul bene collettivo, nella politica dell’ “io voglio” gli interessi comuni vengono lasciati ai margini, in ultima fila, così come accade molto spesso in queste pubbliche assemblee, dove la gente che fa la Grassano di tutti i giorni passa in serie B, mentre coloro che magari spesso la infangano si vestono di “autorità” e fanno i padroni di casa. Fortunatamente la politica dell’accentramento non sempre dà i suoi frutti, che peraltro sarebbero marci. Pertanto di questo memorabile 24 Luglio vorremmo vengano ricordati gli occhi ridenti di De Blasio e della sua famiglia, il suo italiano così incerto da suscitare un sorriso, il calore di un popolo, il valore delle origini e l’importanza di una riscoperta e vorremmo che, se ci sarà una prossima volta, non vengano dati pass e lasciapassare a gente ben ammanicata, ma che effettivamente non ricopre alcun ruolo pubblico, civile e istituzionale, ma venga magari riservato un posto a chi da sempre lavora all’ombra della propria umiltà e contrariamente ad altri semina e costruisce. Ma come si dice, i panni sporchi si lavano in casa, e questo bucato magari a Bill potremmo risparmiarlo!
Vox Populi "idee per Grassano"