Un lucano al Parlamento Europeo

17.10.2015 23:40

                                     UN LUCANO AL PARLAMENTO EUROPEO

Ne è passato di tempo da quando calzolai e ciabattini, armati di attrezzi, di tanta pazienza e dell’efficacia delle loro mani, si rimboccavano le maniche per dar forma a calzature in pelle o cuoio. Ne è passato di tempo da quando le scarpe erano un privilegio di pochi fortunati, che liberi dall’imbarazzo della scelta tra Nike, Adidas o Converse e dall’obbligo morale di chiedere l’approvazione dei contatti whatsapp per selezionare il paio più alla moda, si accontentavano del modello proposto dall’artigiano di fiducia. Ne è passato di tempo dal 1935, quando il primo della triade dei Calabrese decise di entrare nel mondo del footwear coinvolgendo suo figlio Antonio (che di lì a breve aprì un’attività a conduzione familiare) e l’intrepido nipotino Mario ansioso di seguire le orme dei suoi predecessori.

Ma è risaputo: con il tempo tutto cambia e si evolve, i bambini diventano adulti e la società trasforma sé stessa e gli strumenti di cui dispone per progredire. Ma chi l’avrebbe mai detto che in soli 70 anni quel negozietto sconosciuto in via Meridionale avrebbe fatto così tanta strada, proprio grazie a quel bambino alle prese dietro il bancone?

Il piccolo Mario, oggi 48enne, barbuto e appesantito dalla classica pancetta di mezza età, non ha mai perso la grinta e la voglia di spingersi in alto che un tempo lo animavano ad arrampicarsi sugli alberi e oggi, sommate all’inventiva e l’intraprendenza del commerciante d’oc, l’han portato ad un grande salto di qualità grazie alla nascita dello store Footloover ,che dal 2004 al 2015 diventando un bestseller sulla piattaforma eBay, ha registrato progressi tali da garantire a Mario di guadagnarsi un invito al Parlamento Europeo di Bruxelles insieme ad altri 7 venditori prolifici provenienti da Paesi diversi e specializzati in differenti settori, ma uniti da un obiettivo comune: mettere in evidenza le difficoltà che i singoli incontrano nella gestione di un business vittima di restrizioni che ostacolano l’ecommerce e gli scambi intercontinentali, oscurando le potenzialità che ogni singolo venditore possiede, forte delle sue capacità e del supporto di una piattaforma in espansione come eBay.

Il mio lavoro è complesso, per capire la situazione bisognerebbe scendere nei dettagli. Per evitarvi una noiosa spiegazione mi limito a dire che politica ed economia, tra loro strettamente connesse, dovrebbero viaggiare al passo con i tempi e adeguarsi ad un sistema in mutamento. Ma questo non accade quasi mai, specialmente nella nostra Europa del sud in cui ogni sforzo è vano ei frutti del malgoverno abbondano specialmente nel campo del settore terziario” afferma Mario.

Abbiamo tentato di cambiare le regole e svincolarci dalla staticità delle leggi europee, ma i venditori europei competono ad armi impari con gli americani che invece hanno un potere decisionale immediato. In ogni caso è stata una grande soddisfazione, sono fiero del modo in cui lavoriamo e comunque speranzoso che dopo un evento del genere le cose miglioreranno.”

Un italiano, pardon lucano, pardon grassanese fattosi largo nella giungla dell’ecommerce grazie alla sua determinazione e al prezioso contributo di sua moglie Anna, onnipresente nella gestione degli affari ed eccezionale coordinatrice sia sul piano lavorativo che familiare, è salito alla ribalta internazionale abbattendo pregiudizi e congetture che in altre circostanze l’avrebbero messo in disparte per via delle sue origini, esibite in Belgio come un vanto, dato che tutti amano la frizzante vivacità degli italiani, il loro attaccamento alla terra e il buffo risultato del loro accento meridionale combinato alla lingua”inglese”.

Se da una parte si prospetta la realtà internazionale di un clima aperto al cambiamento e fiducioso di chi merita, dall’altra c’è quella italiana con le sue difficoltà logistiche ed il suo modo assurdo di gravare sui motori dell’economia, unita ovviamente alla classica mentalità paesana che non vede oltre il proprio naso. Si parlerà di “Calabrese finito addirittura al Parlamento!” magari come un ricco e agiato borghese, ignorando la pressione fiscale, i costi dei trasporti, le tasse, i contributi legati al commercio online e soprattutto i sacrifici, il tempo sottratto alla famiglia, le difficoltà di un lavoratore autonomo che non ha la possibilità né di mettersi in malattia né di accettare la domenica come un giorno feriale, inconsapevoli del fatto che chiudendo una saracinesca si apre un laptop e con esso una lunga notte insonne all’insegna di email, verifiche, consegne, inserzioni e chi più ne ha più ne metta.

Viviamo in una società corrotta che il più delle volte lavora grazie alle raccomandazioni, confonde il giusto con l’ingiusto, si contraddice, giudica, si ripiega su sé stessa.

Smettiamola di compiere sempre gli stessi errori e accettiamo il fatto che il lavoratore onesto esiste, il meritevole emerge e il lucano, malgrado tutto, ha concretamente le stesse possibilità del piemontese.

I primi a decretare l’esito delle cose, nel bene e nel male, siamo noi.

 

                                                                                                                                   Ivana Calabrese

 

Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo.”
(Sandro Pertini, Messaggio di fine anno agli Italiani, 1981)